Schiavitù! Secondo fonti certe, il termine Schiavo, deriverebbe dal termine latino Slavus, indicante il prigioniero di guerra Slavo.
In fondo chi non è prigioniero del lavoro, chi non è schiavo del proprio titolare o della propria azienda?
Ormai viviamo in una società che sfreccia alla velocità della luce, il consumismo è salito alle stelle e con lui anche la nostra voglia di possedere sempre di più. Questo ci spinge a dover lavorare ininterrottamente, per riuscire a colmare tutti i nostri insipidi vizi.
Lo schiavo in antichità svolgeva tutte le mansioni che un uomo colto non avrebbe mai svolto, mansioni che richiedevano fatica fisica e psicologica. Ora possiamo definirci schiavi volontari, persone che pur di non inseguire sogni e ambizioni, si ostinano a eseguire lavori che mai avrebbero scelto volontariamente, tutto questo per avere una vita un po’ più “sicura”.
Ammettiamolo! Guardati allo specchio! Chi si alza la mattina felice di prendere la metro e raggiungere il posto di lavoro, restare chiuso in un ufficio 8 ore al giorno per circa 212 giorni all’anno o magari spezzarsi la schiena in un cantiere al freddo d’inverno e al caldo torrido d’estate.
Non bisogna aver paura di dire “non ho voglia di lavorare”, preferisco inseguire i miei sogni, che essere un numero, anche perché è meglio essere sognatori che ipocriti.
Si è vero non tutti sono ipocriti! Ma penso che solo una piccola cerchia di persone possano realmente amare ciò che fanno, ne fanno parte tutti quelli che sono riusciti a trasformare la propria passione in un vero e proprio lavoro.
“Fai quello che ami e non lavorerai un giorno della tua vita”,
Coltiva le tue passioni, lotta per quello che ami, non sei tu quello sbagliato, non stai sbagliando tu a inseguire ciò che ami, sono gli altri che stanno sbagliando a non credere in sé stessi.
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