La fedeltà è un dovere che solo chi è sposato ha nei confronti del proprio coniuge e in caso di tradimento l’unica conseguenze è il cosiddetto “divorzio con addebito”. Dal suo canto l’amante, se non sposato, non ha nessun obbligo nei confronti della persona tradita e pertanto nessun dovere. Viste queste premesse è facile presumere che non è possibile ottenere alcun tipo di risarcimento danni in caso di infedeltà, ma in realtà non è sempre così.
Risarcimento danni per infedeltà coniugale
È possibile richiedere il risarcimento danni per infedeltà coniugale solo nel caso in cui da questo tradimento scaturisca la violazione di diritti protetti dalla Costituzione come la reputazione. L’unica possibilità in cui è possibile ottenere un risarcimento, infatti, è solo quando il tradimento venga condotto alla luce del sole o comunque con un comportamento tale da alimentare le diceria della gente. In questo caso, infatti, si finisce per ledere la dignità della persona tradita.
In particolare il danno non si verifica quando il tradimento viene scoperto nelle quattro mura di casa o addirittura quando rivelato dallo stesso coniuge, bensì se il coniuge lo viene a scoprire da terzi, ad esempio in un ambiente di riferimento sociale suo personale, come il luogo di lavoro, o comune dei coniugi, come gli amici.
Liberi di essere amanti
Anche se si tratta di un comportamento socialmente non accettabile, la legge non vieta di essere un amante. L’amante, infatti, “esercita liberamente un diritto di espressione della personalità che comprende l’intrattenere relazioni con persone sposate”. Quest’ultime, a loro volta, sono tenute a risarcire il danno al coniuge tradito solo se si vanta pubblicamente, diffondendo ad esempio foto o rendendo noto il tradimento nell’ambiente comune. In questo caso si tratta di una lesione della reputazione.
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