Grazie ad approfondite ricerche, alcuni scienziati si sono imbattuti in un metodo ingegnoso per affrontare la malaria. Hanno infatti scoperto che le zanzare portatrici di malaria muoiono se bevono il sangue di una persona che ha assunto recentemente l’ivermectina, un farmaco antiparassitario ampiamente usato per trattare i pidocchi e la scabbia.
Un ulteriore studio ha quindi accertato che questo nuovo metodo può effettivamente fermare la diffusione della malaria al di fuori del laboratorio. È ancora abbastanza presto per la ricerca, ma finora sembra piuttosto promettente.
Un primo passo per combattere la diffusione della malaria
Uno studio randomizzato ha rilevato che il numero di episodi di malaria infantile potrebbe essere ridotto del 20% se all’intera popolazione fosse somministrato un farmaco chiamato ivermectina ogni tre settimane, come riportato nella rivista medica The Lancet.
“L’ivermectina riduce i nuovi casi di malaria rendendo il sangue di una persona letale per le zanzare che le mordono, uccidendo le zanzare e riducendo quindi la probabilità di infezione degli altri”, ha detto il dottor Brian D Foy della Colorado State University.
“Poiché l’ivermectina ha una modalità di azione unica rispetto ad altri insetticidi per il controllo della malaria e farmaci antimalarici, potrebbe essere utilizzata insieme a farmaci che trattano la malaria per combattere la trasmissione residua della malattia”.
I risultato dello studio
Lo studio ha coinvolto 2.700 persone, di cui 590 bambini, provenienti da otto villaggi del Burkina Faso durante un periodo di 18 settimane durante la stagione delle piogge del 2015. Ai partecipanti è stata somministrata una dose singola di ivermectina più 400 mg di un farmaco anti-verme, mentre a 1.447 persone sono state somministrate altre cinque dosi settimanali di ivermectina.
I gruppi che hanno ricevuto le dosi extra di ivermectina hanno avuto una riduzione del 20% negli episodi di malaria per bambino, passando da 2,49 a 2 casi per bambino. Il numero di bambini che non hanno preso la malaria è più che raddoppiato nel gruppo che ha ricevuto il farmaco. C’erano anche pochissimi effetti collaterali dai farmaci.
Questo è un campione relativamente piccolo e molti dei risultati sono stati auto-riportati dai partecipanti, che potrebbero introdurre pregiudizi nello studio. Anche se è necessario un ulteriore lavoro prima di vederlo completamente sviluppato, è la prima prova di principio che l’ivermectina potrebbe essere utilizzata in scenari reali per aiutare a combattere la malaria.
0 Comments