Come fare il disconoscimento delle paternità? Andiamo ad affrontare questo delicatissimo tema ad oggi molto ricercato.
Magari da poco la vostra partner ha avuto un figlio ma poi le cose non sono andate bene perchè avete scoperto che il padre del bimbo non siete voi? Vostra moglie pretende, nonostante ciò, che ve ne prendiate cura e provvediate a mantenerlo? Andiamo a capirne di più.
Cos’è il disconoscimento della paternità?
Ci troviamo di fronte ad una pratica volta a far dichiarare ufficialmente dal giudice che il marito non è il padre del bambino nato nel corso del matrimonio. Facendo un concreto esempio, il marito scopre che in realtà il figlio non è suo. In questa circostanza, potrà senza problemi esercitare il disconoscimento della paternità andando a dimostrare che la moglie ha avuto il bambino con un altro uomo.
Come fare il disconoscimento della paternità
Il tutto va proposto con atto di citazione al tribunale del posto in cui vivono mamma e figlio. L’azione non si può proporre in prima persona ma serve farsi seguire da un avvocato.
Logicamente, l’ordinamento ha termini precisi entro i quali poter esercitare a tutti gli effetti l’azione di disconoscimento. I termini possono variare in base all’individuo che promuove l’azione. Nello specifico:
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per il padre: entro l’anno dal giorno della nascita del piccolo o eventualmente dal giorno del suo ritorno (se egli era in un posto diverso) o ancora dal giorno in cui ha avuto conoscenza della nascita;
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per la mamma: entro un tot massimo di 6 mesi dal parto;
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per il figlio: entro un anno dal compimento della maggiore età e alcun limite di tempo
Ovviamente prima di mettere in atto il tutto bisogna dimostrare che non si è il padre vero e proprio del bambino.
Piccola precisazione: per mamma e padre, il diritto di esercitare l’azione si prescrive nel termine di 5 anni dalla nasciata del figlio; mentre per quanto riguarda il figlio l’azione è imprescrittibile, in pratica può essere esperita sempre.
Disconoscimento della paternità: a quanto ammonta il costo?
Considerando che parliamo di un procedimento dell’interesse o meno di un figlio, non serve pagare alcun contributo unificato. I prezzi, tuttavia, tendono a cambiare in maniera significativa in base all’avvocato a cui ci si affida per svolgere il tutto e le spese inerenti alla consulenza tecnica d’ufficio necessaria se si prende la decisione di fare affidamento al consueto test del Dna.
Voi cosa ne pensate a riguardo di tutto ciò?
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